L’Inter ha le ali by Alessandro Altobelli & Giuseppe Baresi & Evaristo Beccalossi & Carlo Muraro

L’Inter ha le ali by Alessandro Altobelli & Giuseppe Baresi & Evaristo Beccalossi & Carlo Muraro

autore:Alessandro Altobelli & Giuseppe Baresi & Evaristo Beccalossi & Carlo Muraro [Altobelli, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858519493
editore: Piemme
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


16

Nazzareno Canuti

«Nazza, ma da dove ti è venuta questa mania degli scherzi, in caserma?»

«In realtà no, caro Carletto, io in caserma non ci sono stato. Un giorno ho trovato una cartolina rosa nella posta, con cui venivo convocato a Cassino per il servizio di leva. L’ho portata in sede, all’Inter, e ho chiesto: “Cusa l’è chela roba chì? Cosa ci devo fare?”. “No, niente” mi fanno. “Ci pensiamo noi.” Hanno scritto a non so chi e ho evitato di fare il militare perché ero sposato con prole. Quell’anno, infatti, mia moglie era incinta. Qualcuno doveva pur pensare alla famiglia, no? Senti un attimo, Carletto, ho un videoregistratore della Sony nuovo nuovo, ti interessa?»

«Ma no» rispondo. «Nazza, i videoregistratori non si usano più da venticinque anni e poi, come minimo, se me lo vendi tu, quando schiaccio play mi schizza l’acqua in faccia.»

Canuti era un pozzo di vitalità. Non perdeva occasione per fare uno scherzo e, se non c’era l’occasione, la creava. Però ha sempre avuto la testa sulle spalle, era un ragazzo che si sapeva divertire, estendendo questo piacere alla squadra, ma quando era il momento di lavorare seriamente lo faceva, e in campo dava tutto. Almeno con noi. Poi, dopo, è andato dalla parte sbagliata. «Vero, Nazza?»

«Eh sì, dopo centotrenta presenze e un gol, sono andato nell’altra squadra di Milano per un anno, ma a dir la verità mi sono trovato molto bene. C’erano Baresi, Tassotti, Evani, gente che poi con quella maglia ha vinto tutto. L’anno dopo sono andato a Genova, poi a Catania, e ho chiuso la carriera nella Solbiatese. Siamo arrivati in C2, il presidente voleva che continuassi, ma io ne avevo le balle piene dei ritiri. Ne avevamo fatti già troppi con Bersellini. Ho fatto un anno e mezzo sabbatico, chiedendomi cosa volessi fare da grande e poi…»

«E poi mi sa che non sei mai diventato grande» interviene il Becca.

«No, infatti» conferma Canuti ridendo. «Però ho iniziato a lavorare con te come agente di commercio della Sony. A proposito, interessa un videoregistratore?»

«Ancora con ’sto videoregistratore?» ribattiamo. «Ma lavori ancora?»

«Ma va’, ho smesso. Però l’ho fatto per vent’anni. Una sera ho cenato con il giornalista Bruno Longhi e un responsabile della Sony, che mi ha proposto quel lavoro. Mi è piaciuto da subito. Il fatto di essere stato un ex calciatore, poi, mi aiutava molto coi clienti. Molti erano interisti o milanisti. Avevo giocato con tutt’e due le squadre di Milano, quindi era più facile vendere i prodotti anche per simpatia. L’importante era non beccare gli juventini. E poi ero bravo, davvero. A un fan di Muraro, una volta, ho regalato una videocassetta con tutti i suoi gol perché mi aveva ordinato una fornitura importante. Devo avere ancora una copia di quella videocassetta. La vuoi, Carlo?»

«Cavolo, sì, grazie! Ma come faccio a vederla se è in videocassetta?»

«Ti serve un videoregistratore. Ne ho uno nuovo nuovo.»

«Quanto vuoi?»



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